Un nuovo paradigma di globalizzazione

Da una umanità liquida a una società rispettosa dei territori e dell’uomo

Intervento del Ven.mo e Pot.mo Leo Taroni, Sovrano Gran Commendatore del RSAA.
Gentili Signore, Gentili Signori, Fratelli carissimi.
Unitamente a quello del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico ed Accettato per la Giurisdizione Massonica Italiana, desidero porgerVi il mio personale saluto.
Sono stato lieto di aver avuta la opportunità di partecipare ai lavori di questo Convegno, promosso dalla Luminescence Aps che, grazie ai qualificati Relatori, ha approfondite e fattivamente affrontate le problematiche socio-umanitarie che appaiono ulteriormente aggravate dalla perdurante situazione pandemica.
Anche per il Rito Scozzese questo è il momento di proseguire ad operare concretamente nella nostra quotidianità, per “vivere”, per   realizzare gli impegni coscientemente assunti nel momento nel quale, iniziati in Massoneria, abbiamo giurato di lavorare per il bene ed il progresso dell’Umanità.
Ritengo che questo compito assurga ad una incontrovertibile attualità, non solo a causa del persistente evento calamitoso, ma anche e primariamente per il persistente e negativo egocentrismo che, da tempo, sembra eludere il concetto di Società.
Intendo tale termine non quale semplice momento di inter relazione fra individui, bensì come cosciente partecipazione ed individuazione del singolo nel complesso di tutte le persone, qualsiasi sia il loro credo politico e religioso.
Tale concetto è assurto nella mia mente perché, pur se miliardi di esseri a me sconosciuti operano nel nostro universo, ciascuno di essi è, in virtù dell’impegno massonico, mio Fratello.
Non società, ma individuo.
Non società, ma come richiama in parte il tema di questo Convegno, Umanità.
A fronte di una tale affermazione, possiamo parlare di una “società rispettosa dei territori e dell’uomo”?
Indubbiamente, pur se è auspicabile la realizzazione di una tale società, appare inquietante che ancor oggi si sollevi la problematica di un nuovo paradigma di globalizzazione, perché tale assunto sembra indicare – come in effetti appare nella realtà – che non esiste ancora quella che noi possiamo indicare come una società “positiva”.
Sembra che sia sconosciuto il significato letterale del termine: “insieme di individui uniti da rapporti di varia natura e in cui si instaurano forme di cooperazione, collaborazione, divisione dei compiti”.
Sembra quasi di essere in una società squisitamente tecnologica ma non interiormente educata in quelle che sono le primarie basi della vita.
E’ preoccupante pensare che ci possa essere una società non rispettosa dell’uomo e di quanto lo circonda.
Per cosa hanno lottato milioni di persone che hanno pagato con la propria vita affinché  fosse riconosciuta la dignità di ogni singolo individuo e questi potesse costituire ed essere parte di una società composta da propri simili, da propri eguali?
Non per quella che potrebbe apparire una astratta società che sembra dover ancora porre e realizzare i fondamentali principi dello jus vivendi.
Questa società non può essere un momento eccezionale ancora da costituire, così come se fossimo in epoca medioevale!
Espressamente, in una Loggia di Perfezione del nostro amatissimo Rito ci viene richiesto se “abbiamo adempiuto ai doveri dei Maestri”.
Con tale considerazione, non posso sottacere il principio che, da trecento anni, è il presupposto costitutivo della Massoneria: essa è impegnata nella universalità, affinché tutto sia giusto e perfetto, per concretizzare il rispetto e l’amore verso il nostro prossimo.
Nei confronti di ciascun individuo, perché ritengo che la validazione del singolo sia l’ineludibile presupposto per costituire una società rispettosa di tutto e tutti.
Poiché mi onoro di essere Massone e componente del Rito Scozzese Antico ed Accettato. desidero accomiatarmi richiamando talune parole del Fratello e giurista Giandomenico Romagnosi, “Il Massone è chiamato a procurare la felicità della specie umana, promuovendo e accelerando il perfezionamento intellettuale, morale e politico della medesima”.

Lecce 21 ottobre

Leo Taroni, 33° SGC

 

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