Solidarietà

Intervento del Ven.mo Pot.mo Leo Taroni, Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico ed Accettato, in occasione dell’incontro promosso dalla R.L. Mediterraneo n. 1195 all’Oriente di Crotone sul tema: “La solidarietà”

Fratelli carissimi,

Mi è gradita l’opportunità offerta, per poter esporre il mio pensiero su di una tematica così pregnante nel mondo profano ma ancor più nel nostro Ordine.
Premetto una indispensabile puntualizzazione: la solidarietà non è la carità.
La carità umilia non solo chi la riceve ma, soprattutto, chi la esercita.
La solidarietà, diversamente, è un rapporto fra eguali.
Una lampante dimostrazione della importanza della solidarietà è altresì offerta dalla recentissima pubblicazione “Solidarietà e percorso iniziatico. L’impegno della massoneria contro vecchie e nuove povertà” curata da Marco Novarino e Sergio Rosso, nella quale è sapientemente tratteggiato l’impegno massonico per sopperire alle necessità degli indigenti.
Personalmente, concordo con il titolo del citato testo: Solidarietà e percorso iniziatico.
Mi appare indicativo come tale manifestazione di assistenza nei confronti dei meno abbienti e di quanti versino in precarie condizioni di salute, assuma una particolare configurazione per coloro che si riconoscono negli ideali e nei principi Massonici, e del Rito Scozzese in particolare.
Ritengo che, in linea generale, il concetto profano di solidarietà diverga sostanzialmente da quello concepito nel nostro Ordine, pur se il suo manifestarsi non faccia apparire differenza alcuna.
Nella società civile, il sostegno, che viene offerto a quanti si trovano in difficoltà economiche o di infermità è, in genere, deputato dagli organi statali a società private che per tale incombenza percepiscono lauti compensi dei quali, solo una parte è impiegata per i fini statutari.
Nella sostanza, talvolta si tratta di una delega che beneficia economicamente il delegato e, nella parte residuale, quanti dovrebbero costituire lo scopo ultimo, la finalizzazione di questo intreccio socio-economico.
Del tutto diverso mi appare l’approccio con il quale la Massoneria affronta il problema del sostegno agli indigenti, soprattutto nelle motivazioni basiche e nella sua estrinsecazione.
Per noi Massoni, l’altro è per principio mio Fratello.
Lo è nei nostri Ideali, così come nella quotidianità.
Non è la vuota rappresentazione del così detto buonismo termine che, sia positivamente sia populisticamente, sembra ormai imperare nei media.
Ed ancor meno ritengo che la solidarietà possa inquadrarsi quale momento obbligatorio o dovere etico nei confronti dell’altro, atteso che questi due aggettivi sono propri del mondo profano ed in quanto tali soggiacciono alle variabili storiche ad esso connesse.
Ove così fosse, la solidarietà potrebbe presentarsi come una semplice finalizzazione di un comportamento non libero, non cosciente ma determinato da dettami legislativi, pseudo ecclesiali, filosofici e contingenti rispetto al momento in cui essa viene esercitata.
A mio avviso, sarebbe opportuno intendere il termine solidarietà non soltanto quale momento di supporto che aiuti a superi le altrui difficoltà.
Amo pensare che la solidarietà costituisca il momento di coesione di ciascun singolo con la molteplicità.
Di tale asserzione reputo che ne costituisca inconfutabile prova, il Percorso Massonico.
Tramite esso, grazie a questa Via Iniziatica, ho appreso che il Divino è in ciascun Fratello e che in quanto Massoni lavoriamo per il bene dell’Umanità.
Non per solidarietà, ma perché in ciascun Essere Umano, ancorché Egli non ne abbia coscienza, risiede il Divino.
Non il Tu e l’Io, ma il Noi che conduce all’Uno.
Tuttavia non desidero che queste mie considerazioni possano apparirVi quali sterili sofismi.
Il nostro Ordine ed il nostro Rito Scozzese sono coesi intorno a valori e Tradizioni che si sono sostanziati nei Principi fondamentali delle due Istituzioni.
Solidarietà è rispetto, fattivo.
Solidarietà è amore, concreto.
Solidarietà è il termine che in un solo vocabolo racchiude il nostro Trinomio: Libertà, Uguaglianza, Fratellanza.
Tali presupposti dimostrano che la Massoneria, ancorchè custode della Tradizione, intesa questa come Via Iniziatica, svolge una funzione propositiva nella quotidianità.
Sia nei secoli passati, sia ancor oggi.
Questi ideali di tolleranza non disgiunta dalla solidarietà, che oggi sembrano acquisiti nella mentalità della società civile, sono stati decisamente rivoluzionari se concretizzati nel contesto del diciottesimo e diciannovesimo secolo.
Precursori dunque e, per questo, inascoltati.
Precursori e, per questo, perseguiti ideologicamente e fisicamente.
Gli intolleranti, coloro che oggi proclamano da alti e sacri pulpiti il loro amore per l’altro, non esitavano a crocifiggere quanti riconoscevano nell’altro un Fratello con il quale essere solidale.
Filosoficamente potremmo parlare di corsi e ricorsi storici!
Sovente, la tolleranza è intesa come atarattica sopportazione di idee altrui, ritenute soggettivamente erronee.
Sovente, la tolleranza è stata strumentalizzata per affermare verità che, eufemisticamente, potremmo definire di parte.
Vogliate perdonare questa mia digressione tematica!
Ritengo, per rientrare in argomento, che il concetto di solidarietà, costituente ab origine uno degli aspetti salienti della nostra Istituzione dovrà necessariamente, pur nel solco della Tradizione, prendere atto dei mutati eventi storici.
Il concetto stesso di indigenza, che originariamente era legato al circoscritto territorio nazionale, ora che viviamo nell’abusato termine di globalizzazione, vive con dimensioni e significati amplificati e diversificati.
Il significato di “altro” si espande.
Assume chiaramente il concetto di Universalità.
Da trecento anni affermiamo che lavoriamo per il bene dell’Umanità, senza distinzione di fede, classi sociali, credi politici.
Solidarietà assume, così, il suo vero significato ed estrinsecazione.
Noi, noi Massoni, siamo da sempre solidali con gli Esseri Umani in quanto tali.
Lo richiede la nostra Iniziazione, lo richiede il percorso che intraprendiamo dando in un tempo sostanza ai nostri Riti che non sono vane rappresentazioni ma positive manifestazioni dell’Essere nella sua veritiera essenza.
Dicono i nostri Rituali: “ Praticate le più dolci e benefiche virtù, soccorrete il proprio Fratello ed il prossimo, prevenite le loro necessità, alleviate le loro disgrazie e assisteteli con i vostri consigli, con i vostri lumi, con il vostro credito. Queste virtù che nel mondo profano sono considerate qualità rare, non sono tra noi che il compimento di un dovere”.
Dunque, solidarietà come spontaneo e doveroso momento di armonia operativa con il Creato.
Il pensiero massonico è frutto di sintesi e non di sincretismo.
Esso racchiude e supera le verità affermate negli insegnamenti di tutte le religioni, di tutte le filosofie del presente e del passato presenti nell’Occidente e nei Templi dell’Oriente.
Con questo pensiero di universalità, desidero accomiatarmi da Voi porgendo un fraterno saluto con due parole che giungono da un luogo fisicamente molto lontano ma prossimo ai nostri cuori, per i significati esoterici che racchiude.
Tashi Delek.
“Che la buona sorte e la pace siano con Voi”.
E’ un augurio affinché ciascuno di noi sia liberato dall’ignoranza, dall’odio, dal rancore e riconosca in sé, l’altro.
Solidarmente.

Crotone, 19 novembre 2018

Leo Taroni, 33° SGC

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