Messaggio del SGC Leo Taroni
Solstizio d’Estate 2020

TORNATA TELEMATICA INFORMALE NAZIONALE

Hanno partecipato alla Tornata i Fratelli: Stefano Bisi, Ven.mo Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Vincenzo Collu, Primo Venerabile Patriarca del Rito Noachita, Marziano Pagella, Serenissimo Presidente del Rito Simbolico Italiano, Domenico A. Bilotta, Sommo Sacerdote del Rito di York, Gran Capitolo dei Liberi Muratori dell’Arco Reale in Italia.

Fratelli tutti carissimi,

vogliate perdonarmi se, diversamente da quanto previsto dalla nostra Ritualità, il mio sentito e fraterno saluto è porto coralmente, prescindendo dal Grado e dai Riti di appartenenza di ciascun Fratello.
La particolarità di questo momento, che ci costringe ad utilizzare strumenti profani, ha maggiormente acuito in me il vivo desiderio interiore che ogni singolo Fratello sia, Iniziaticamente, al mio fianco.
Ritengo che in questa occasione, nell’approssimarsi del momento nel quale la Luce sovrasta le tenebre, più che mai dobbiamo ritrovare la unicità del nostro essere Massoni e di essere fieri di appartenere, coscientemente, anche al Rito Scozzese.
Ribadisco: orgoglio di essere Massoni e come tali di impegnarci a testimoniare, quotidianamente, la nostra coerenza con gli ideali che lealmente professiamo e che ci contraddistinguono nel mondo profano.
Il prossimo 20 giugno celebreremo, in un tempo, il Solstizio d’Estate ed i duecentoquindici anni dalla costituzione della Massoneria Italiana, il Grande Oriente d’Italia.
La coincidenza di questi due eventi mi induce a talune riflessioni delle quali desidero fraternamente renderVi partecipi.
Talvolta, ho la sensazione che nulla avvenga per caso.
Il momento solstiziale, pur se ci coglie in un frangente che arreca dolore e pesanti difficoltà economiche, deve non soltanto rappresentare ideologicamente il risveglio della natura, ma deve costituire il fondamento quotidiano del nostro Essere.
La ciclicità del Creato, con le sue costanti alternanze di luce ed oscurità, ritengo non debba pedissequamente riflettersi nell’essere umano, soprattutto se questi è un Massone.
Per altro, l’orario di apertura dei Lavori Rituali di un Grado Scozzese afferma che questi si svolgono perché e quando “Le tenebre si sono dileguate davanti all’aurora e la grande Luce risplende sulla nostra Loggia”.
Recentemente, in pendenza della pandemia che ci ha colpiti, ho inteso alcuni Fratelli chiedersi quale debba essere il comportamento di un Massone in tale triste lasso di tempo.
E’ stato un momento di riflessione non lieve perché da più parti, a seguito della situazione epidemiologica che ha ferite molte famiglie, giungono affermazioni che sembrano testimoniare l’intendimento di un particolare porsi rispetto all’altro.
Alla luce di tali fraterni interrogativi, mi sono quindi chiesto se l’essere Massone, se il progredire nella Conoscenza Scozzese, debba essere determinato anche da fattori esterni, per quanto questi possano essere devastanti.
Sono tornati alla mia memoria i momenti nei quali, settantasette anni orsono, la ferocia liberticida costrinse i nostri Fratelli ad operare – anche ritualmente – nella clandestinità ed a pagare con il sangue per l’ideale che ci unisce così come, oggi, nostri Fratelli medici hanno onorato con la propria vita l’impegno professionale assunto a tutela di quella altrui
Dell’Umanità, appunto.
La mia risposta a questi interrogativi è, e non può non essere che, unica.
Ora come allora, il Massone non deve dimostrare od essere qualcosa di aggiuntivo o diverso nel momento eccezionale, piuttosto che nella quotidianità.
Allora come ora, i nostri Fratelli dimostrarono e dimostrano che l’essere Iniziati rappresenta una costante quotidiana.
L’essere Maestri, l’aver compresa l’Arte, deve farci intendere che siamo Massoni, siamo Scozzesi sia nella buona come nella cattiva sorte.
I fattori esterni non sono e non possono determinare il nostro comportamento ed ancor più il nostro profondo Essere.
Ritengo che non dobbiamo “dimostrare” o “compiere” qualcosa che sia oltre e diverso da quel che abbiamo interiormente realizzato.
L’assunto “Tu sei mio Fratello” ha, deve avere, la propria costante veridicità in ogni istante dei nostri giorni, qualsiasi cosa accada.
Mi appare quanto mai attuale l’affermazione: “La lotta che ci attende ha bisogno di uomini provati e risoluti…” ed ancora “Uomini resi… implacabili dal dovere”.
Queste sono le raccomandazioni rivolte al cooptando nel Rito Scozzese.
Non ad un Apprendista, bensì ad un Fratello Maestro tali quali siamo noi tutti in questo preciso istante.
Dunque, sia sempre presente nei nostri cuori il Dovere imprescindibile al quale siamo stati liberamente chiamati quando abbiamo sovrapposto il Compasso alla Squadra.
Ma affinché questo impegno, non solo Iniziatico, produca la indispensabile efficacia, dobbiamo vivere quotidianamente con Coerenza rispetto ai nostri giuramenti ed ai nostri ideali.
Coerenza nel Dovere perché Coerenza è Essere, in ogni istante.
Questo essere testimonierà che siamo Uomini liberi dalle coercizioni qualunque esse possano essere, di natura endemica, sociale, politica, religiosa.
Questo dobbiamo non solo a noi stessi, ma all’Umanità al cui bene siamo costantemente chiamati a Lavorare.

Leo Taroni 33°, SGC

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