Messaggio del SGC Leo Taroni
Solstizio d’Estate 2017

Leo Taroni Giardini Naxos 2017Carissimi Fratelli Scozzesi, ciascuno nel Vostro  grado e dignità,
sono trascorsi trecento anni dalla costituzione della Massoneria speculativa e due centododici anni dalla fondazione del nostro amato Rito Scozzese e sono particolarmente lieto di celebrare questo anniversario in Sicilia, terra simbolo di tradizioni multi etniche e culla di molteplici civiltà che, nel passare dei secoli hanno saputo trovare momenti di sintesi creativa e di assoluta tolleranza.
Vuole, quindi, essere un momento significativo, perché rappresenta e costituisce un consapevole ritorno alla Tradizione Massonica in generale e a quella Scozzese in particolare.
Nel volgere di diciotto giorni, il prossimo 21 giugno, il Sole sarà al culmine della propria ascesa e in quel preciso momento raggiunge il maggior grado d’irradiazione solare, rappresentando in modo allegorico l’insegnamento che la nostra Tradizione Iniziatica ha ritenuto utile velare nella simbologia dei suoi rituali.
L’intervallo che si protrarrà per quattro giorni, sino alla notte di San Giovanni, il 24 giugno, è un tempo di “sospensione” durante il quale il confine, che separa i diversi mondi si assottiglia, la potenza solare raggiunge la massima intensità e i mondi magici divengono accessibili anche a noi, comuni mortali.
Il simbolo al centro di questa ricorrenza è la Luce che in tale accezione possiamo intendere quale sapienza, bellezza, intuizione, amore, conoscenza: sostanzialmente le virtù che misurano la reale progressione nella scala iniziatica, quale espressione del proprio sviluppo spirituale.
E ancora, per richiamarci ulteriormente al Simbolo essenza costituente del nostro Percorso, è d’indiscussa rilevanza la rappresentazione iconografica di questa Terra di Sicilia che, nella propria Bandiera, raffigura una testa gorgonica adorna di spighe con tre gambe ripiegate, il trischele o trinacria o ancora triquetra – per i Romani – risalente al sesto secolo avanti Cristo.
Questa simbologia, secondo taluni studiosi, ripeteva come la Trinacria rappresentasse il movimento rotatorio del dio del sole nella triplice forma di primavera, estate, inverno o, come reputano altri, il turbinare delle energie dall’interno verso l’esterno, cioè la manifestazione.
Il trischele, infine, rappresenta anche il Triangolo nelle sue molteplici interpretazioni esoteriche:
La simbologia ternaria che raffigura, contestualizzata anche alla cultura celtica, si presta a numerose interpretazioni:
– i tre momenti del movimento del sole: alba, Zenith e tramonto;
– la triplice composizione del cosmo secondo la tradizione celtica: fuoco, terra e acqua (che rappresenta anche l’aria allo stato liquido);
– il tempo come passato, presente e futuro;
– la triplice composizione dell’uomo alchemico composto di spirito, anima e corpo (mercurio, zolfo e sale).
In conformità a queste considerazioni, potremmo quasi affermare che questa Terra incardinata in un Triangolo, rappresenta il punto geometrico noto ai soli Figli della Vedova.
Per altro, a suffragio di queste considerazioni legate alla simbologia e pertanto connesse a personali valutazioni dialettiche e interpretative, non possiamo tuttavia dimenticare l’intensa realtà massonica vissuta dalla Sicilia e dalla propria Gente, nel corso degli ultimi tre secoli.
Già tra il 1762 e il 1763, la Mère Loge Ecossaise de Marseille rilasciò una Bolla di riconoscimento alla Loggia “Saint-Jean d’Ecosse” di Palermo e altre notizie sull’esistenza dell’attività muratoria si hanno con riferimento a una Loggia di Messina, “La Costance” denunciata dai Gesuiti alle autorità di governo.
Per non smentire il nostro passato e il nostro presente, inquisizioni e processi furono in quest’Isola, intentati nei confronti dei Massoni – spesso ristretti in carcere o condannati all’esilio – grazie alla stretta collaborazione fra discendenti di Loyola e le autorità borboniche per cui guardando al presente potremmo anche dire:
Niente di nuovo sotto il sole!
Ciò nonostante, unitamente alle Officine indicate, altre due operavano ad Agrigento e Augusta e, nel maggio del 1787. Il Fratello Wolfgang Goethe, giunto in Sicilia narrò che, percorrendo l’Isola, fu accolto fraternamente dai Liberi Muratori siciliani usando i rituali segni di riconoscimento ed espresse un lusinghiero giudizio su di Essi. Lasciò scritto nel suo diario: “… Mi pare abbastanza interessante osservare come questi valentuomini possano associarsi liberamente e impunemente, sotto un regime dispotico, a tutela dei propri interessi e di quelli degli stranieri”.
In Sicilia, l’Idea massonica – ivi compreso il filone scozzese – si svolse per tutto il diciannovesimo secolo partecipando attivamente alle mutazioni ideologiche e politici, non ultima l’unificazione al Regno d’Italia.
Fu, allora, un vero e proprio crogiolo d’idee che, nonostante momentanee situazioni conflittuali con altre importanti Istituzioni massoniche attive a Torino, Roma e Napoli, era assolutamente rappresentativo della vis operandi che animava i Fratelli di quel periodo. Situazioni che furono superate tanto che nel 1875 il Supremo Consiglio sedente in Palermo confluì in quello che è l’attuale Supremo Consiglio.
Quanto affermo, Fratelli carissimi, per evidenziarvi come nel superamento dei contrasti ideologici profani, delle differenziazioni basate sul substrato culturale e su i luoghi di nascita, l’idea fondante della Massoneria nel suo più profondo significato di coerenza e identità è stata ed è il collante che ci ha consentito di affrontare sempre coesi i reiterati, costanti attacchi che dal mondo profano – sia esso laico che pseudo religioso – sono lanciati periodicamente nei nostri riguardi.
Coesione dunque e coerenza iniziatica per essere silenziosamente e quotidianamente testimoni della bontà del nostro Percorso: noi siamo per l’Essere non per il profano apparire.
Desidero concludere, Fratelli Scozzesi, reiterando l’invito a vivere costantemente nella Luce Iniziatica la cui assenza lasciando l’uomo nelle tenebre giustifica e avvalora quanto affermato dal nostro Fratello Rabindranath Tagore, secondo il quale “Chi non vede il Fratello nella notte, nella notte non può vedere se stesso”.
Viva sempre nei nostri cuori e nella nostra memoria “Deus Meunque Jus”.

Giardini Naxos, 3 giugno 2017

Leo Taroni 33° S.G.C.

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