LA NOSTRA TRADIZIONE. LE NOSTRE RADICI.
La tradizione non è una reliquia polverosa, ma il faro che da millenni squarcia le nebbie dell’ignoranza.
Viviamo tempi che idolatrano la novità, scambiando lo scintillio dell’effimero per progresso. Ma quando la velocità delle informazioni ci stordisce, quando il rumore del presente ci disorienta, è alle radici che dobbiamo tornare.
Perché i valori non si studiano sui libri, non si inventano nei laboratori del pensiero:
- Si trasmettono come il fuoco sacro di generazione in generazione
- Si custodiscono nel silenzio delle veglie
- Si vivono nelle scelte quotidiane che ci legano ai nostri avi e ai nostri nipoti
La vera libertà di pensiero nasce da questa catena ininterrotta.
Ogni verità che oggi difendiamo fu conquistata da qualcuno che, secoli fa, scelse di tramandare anziché tradire.
Ogni diritto che esercitiamo fu custodito da mani anonime che resistettero alle maree del conformismo.
Guardate alle civiltà che hanno sfidato i secoli: non furono quelle che bruciarono le biblioteche del passato, ma quelle che onorarono il patto tra morti, vivi e non ancora nati
La tradizione è l’antidoto alla dittatura del presente e ci ricorda che “La saggezza non è un hashtag da condividere, ma un seme da piantare nel solco del tempo. La verità non è un algoritmo, ma un raccolto maturato in millenni di errori e sacrifici.”
Mentre lottiamo per la libertà d’informazione, chiediamoci: quali verità stiamo abbandonando nell’oblio? Quali voci dei nostri antenati stiamo soffocando nel frastuono del moderno?
Onoriamo i “Guerrieri del Pensiero” che ci hanno preceduto:
- I monaci che copiavano manoscritti al lume di candela
- Le madri che insegnavano la giustizia nelle fiabe del focolare
- I maestri che scolpivano caratteri nella pietra anziché nel digitale
La loro eredità è la bussola per navigare nell’oceano delle menzogne. La loro memoria è la cattedrale invisibile dove la libertà trova rifugio.
Perché senza radici, le ali servono solo a cadere più in fretta.
Accogliamo dunque questa battaglia con il coraggio di chi sa di camminare su un sentiero antico. Combattiamo per la verità, ma ascoltando l’eco dei passi di chi l’ha difesa prima di noi.
Che la fiamma della tradizione illumini la nostra rivoluzione e buon lavoro .
Il Sovrano Gran Commendatore, Andrea Roselli, 33° M.A.