Messaggio e auguri di fine anno del SGC Luigi Milazzi

All’inizio del mio incarico ci sono due avvenimenti che sono stati di buon auspicio.

Subito dopo la mia investitura, nella serata, mi sono recato a Villa Medici del Vascello, dove si celebrava la ricorrenza storica del XX Settembre alla presenza di un grande numero di Fratelli del Grande Oriente d’Italia.  E’ un ricordo che mi emoziona ancora se penso a quanta strada hanno fatto assieme da allora Ordine e Rito in uno spirito di fraterna collaborazione.

Il mese successivo ha avuto luogo a Roma la Festa Nazionale del Rito Scozzese con la partecipazione di numerose Delegazioni Straniere. In quest’occasione si giunse alla costituzione di una Confederazione dei Supremi Consigli d’Europa, cui si stava lavorando da tempo. Pochi giorni fa a Parigi è stata affidata al Supremo Consiglio d’Italia la Presidenza della Confederazione per il triennio 2016 -2018. Questo risultato non solo è il segno dell’intenso lavoro svolto, ma soprattutto del prestigio di cui gode oggi in Europa il Rito Scozzese italiano.

L’incontro con i S. G. C. dei S. C. d’Europa si rinnoverà a Roma in occasione della Festa Nazionale del Rito, il prossimo 19 marzo, ed io spero che possa avere luogo nella Sede storica di Piazza del Gesù completamente rinnovata e resa funzionale ai servizi che deve offrire ai fratelli Scozzesi di tutta Italia.

Così è cominciato il mio viaggio simbolico che finisce in questi giorni con la consegna delle insegne della Suprema Autorità e della Spada del Rito Scozzese al mio Successore, eletto dal Supremo Consiglio. In questo percorso la visita alle Regioni Scozzesi è stata particolarmente gratificante per la simpatia e la calorosa adesione, vorrei dire amore dei Fratelli nei riguardi del nostro Rito. Ciò mi ha molto aiutato e sostenuto anche di fronte a qualche difficoltà. Non sono andato per insegnare, ma, vi assicuro, molto ho imparato dai lavori presentati nelle riunioni rituali.

Ho sempre seguito con particolare attenzione il lavoro svolto nelle Logge di Perfezione dove operano quei Fratelli che per il loro grado non partecipano a tutte le grandi riunioni nazionali. Sono meno visibili, ma non certamente meno importanti. Essi sono il futuro del Rito Scozzese, destinati a ricevere da noi i fondamenti della Tradizione Iniziatica per trasmetterla, portarla  avanti come in una allegorica staffetta. Principi che noi abbiamo ereditato da coloro che ci hanno preceduto, per tutti ricorderò Felice Gerbino, Luogotenente Sovrano Gran Commendatore, fratello e amico, prodigo di saggi consigli, partecipe di tante esperienze. Non posso purtroppo qui rammentarli uno per uno, ma tutti questi meravigliosi Fratelli sono presenti nei nostri cuori e nel nostro ricordo in quell’Albo d’Oro dell’orgoglio scozzese che abbiamo cominciato a tracciare.

Sono stati anni in cui tutti siamo stati messi alla prova con la crisi generale dell’economia, con le guerre e le masse di profughi alla ricerca di nuove speranze di vita nel nostro Continente, i tragici naufragi con tanti morti innocenti in prossimità delle coste europee, le speranze, presto deluse, di libertà nei paesi del Africa settentrionale e infine la ripresa del terrorismo.

Viviamo in una società travagliata, dove c’è molta infelicità prodotta da fattori reali, da una grande sperequazione nella distribuzione dei beni, ma anche da molto scontento, dove più spesso si guarda al lato brutto delle cose e non a quello buono, dove non ci si accontenta mai di quello che si possiede e non si sa trarne tutto il profitto. Si pensa sempre a cosa lo stato, la comunità devono fare per noi e non a cosa possiamo fare noi per lo stato e per la comunità.  Si parla molto di solidarietà e poi troppi cercano soltanto ad arricchirsi a danno degli altri, con il malaffare, la corruzione dilagante. I mezzi di comunicazione danno notizia, com’è loro compito, di tutto ciò con grande risalto, ma poche righe dedicano agli episodi di bontà, coraggio, altruismo, onestà, e sono tanti, quasi che le azioni buone, i comportamenti esemplari non facessero notizia.

Io credo che noi siamo in questo mondo per cercare di raggiungere la felicità, per essere felici, per realizzare e fare uscire ed esaltare quella parte di bene che portiamo dentro di noi, perché la felicità non dipende né dalle ricchezze, né dal successo, perché il vero modo di essere felici è quello di procurare felicità agli altri.

Che sia questo un nostro dovere, avendo sempre ben presente l’impegno degli aderenti al Rito Scozzese «a evitare ciò che può dividere i loro simili e cercare incessantemente il modo di fare convergere tutti verso il Principio Originale, sorgente di armonia e di fraternità per il trionfo dell’emblema del Rito “Ordo ab Chao” e della divisa “ Deus Meumque Jus ”», senza mai dimenticare che il nostro obiettivo finale, la nostra missione, è ottenere la garanzia di pari diritti e dignità per ogni persona in ogni parte del mondo.

Poiché tutto ciò che è stato fatto in questi tre anni non avrei potuto compiere da solo, desidero ringraziare i membri della Giunta Amministrativa e del Supremo Consiglio per la fraterna collaborazione, sia per l’opera svolta a vantaggio del Rito sia nel darmi buoni consigli, gli Ispettori Regionali e Provinciali che svolgono un compito particolarmente importante per il buongoverno del Rito Scozzese, tutti i Dignitari e i Fratelli di ogni Grado che anche con una parola, un abbraccio, una semplice stretta di mano, mi hanno sostenuto, rafforzando giorno per giorno la fiducia in ciò che stavo facendo al servizio dei nostri alti ideali.

Non posso terminare senza augurare a tutti con affetto serenità e pace per l’anno nuovo e in particolare al mio Successore, perché con il pensiero al G. A. D. U. ci guidi nei sentieri della virtù e della giustizia, nel compimento dei nostri doveri gli uni verso gli altri, per meritare di essere degni del Rito Scozzese Antico e Accettato.

Per il Bene dell’Umanità e alla Gloria del G. A. D. U.

Luigi Milazzi 33° SGC

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