La Pietra e la Massoneria

Intervento del Ven.mo e Pot.mo Leo Taroni, Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico ed Accettato, in occasione del Convegno promosso dall’Ispettorato Regionale Umbria sul tema: “Ordo ab Chao in Lapidem. I cicli cosmici nei simboli, archetipi ed architetture sacre”

Confesso di essere rimasto affascinato dagli interventi con i quali i Signori Relatori hanno illustrato il ruolo, del tutto particolare, che assume la Pietra nella sua visione ed accezione esoterica.
Indubbiamente, Essi hanno saputo comunicare una approfondita ed interiore percezione di ciò che, quotidianamente, si mostra nella sua straordinaria semplicità.
Riflettevo su come talvolta quel che appare spoglio e disadorno nasconda, in effetti, una complessa essenzialità la cui interpretazione può appunto condurci nei Cieli interiormente intesi, percorrendo un Cammino verso la Luce.
Per citare Michelangelo: “Ogni blocco di pietra contiene un numero infinito di forme umane, spetta allo scultore materializzare la propria visualizzazione”.
Infatti, è interessante notare che in questo semplice oggetto può essere racchiusa la potenza del Simbolo la cui interpretazione agevola la percezione della Conoscenza, conduce all’Intuizione del Vero.
Non casualmente la Massoneria, che adotta quale metodo cognitivo lo studio e la interpretazione dei Simboli, fa assurgere la Pietra a strumento visibile quale riflesso di ciò che è invisibile.
Mediante essa, la Pietra-Simbolo, lavoriamo per disvelare la Verità.
Come forse è noto, mi rivolgo specificamente agli astanti non Massoni.
In alcuni Gradi della nostra Istituzione, insistono due simboli molto importanti: la Pietra Grezza e la Pietra Cubica.
La prima, la Pietra Grezza, è l’espressione simbolica dell’uomo non ancora reso libero dalla Conoscenza.
I vizi, le passioni, le invidie, l’intolleranza sono simbolicamente trasfusi in un oggetto informe e, come tale, inidoneo alla edificazione del Tempio interiore.
Al riguardo, amo ricordare quanto scrisse René Guénon relativamente all’importanza della Pietra angolare e, simbolicamente, dell’analogia fra inizio e fine, fra microcosmo e macrocosmo:
“La costruzione rappresenta la manifestazione nella quale il principio appare solo come il compimento finale; e proprio in virtù di questa analogia la ‘prima pietra’, o la ‘pietra fondamentale’ può essere considerata come un ‘riflesso’ dell’‘ultima’ pietra, che è la vera ‘pietra angolare’”.
La Pietra Grezza è dunque senza forma ma è nel medesimo tempo il principio dell’Essere.
E’ l’archetipo.
La lenta e progressiva lavorazione di questo elemento, scartandone gli elementi superflui con il sapiente uso della squadra e del compasso ci condurrà, finalmente, alla Pietra Cubica.
E’ la Pietra Perfetta, nell’uguaglianza di tutte le sue dimensioni.
Essa rappresenta, è il simbolo della realizzata crescita personale, dell’elevazione spirituale ed esprime la pienezza della realizzazione dell’Essere.
Quasi ripercorrendo quanto ci hanno illustrato i nostri prestigiosi Relatori, in uno dei più pregnanti Gradi del percorso della Massoneria Scozzese, si afferma il significato simbolico della Pietra nel momento in cui:
“la Luce si è oscurata….., in cui la pietra cubica ha sudato sangue ed acqua…”.
Queste parole sofferenti, pronunciate nel corso delle Tornate Rituali, mostrano come lo sgrossamento della Pietra sia possibile esclusivamente grazie al lavoro paziente, diuturno e incessante, il cui frutto è il perfezionamento interiore che conduce l’Uomo dal raziocinio, all’Intuizione.
Alla coscienza che il Divino non è fuori di noi.
All’unione con il Divino.
La capacità di realizzare una Pietra Cubica, la propria Pietra, consente altresì di ritrovare e perseguire il momento armonico grazie al quale è possibile ritrovare il percorso, per giungere alla fonte della Tradizione e contestualizzarla nella nostra realtà.
Questo, come affermano i nostri Rituali, è il momento in cui:
“La Pietra Cubica è cambiata in Rosa Mistica…. La Luce ha ripreso a brillare”.

Assisi, 25 novembre 2018

Leo Taroni, 33° SGC

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