Festa del Rito 2018

Pubblichiamo di seguito i discorsi proclamati durante la VIII Tornata Nazionale in 4° Grado, in occasione della Festa del Rito Scozzese Antico ed Accettato 2018, rispettivamente dal Past Sovrano Gran Commendatore Luigi Milazzi, e dal Fr. Franco Arabia.

Il Centro Studi “Manlio Cecovini”

Nel 2011 è stata costituita, per iniziativa di un gruppo di Fratelli Scozzesi e con il patrocinio del Supremo Consiglio, un’Associazione Culturale denominata “Centro Studi Manlio Cecovini”, con sede amministrativa a Trieste presso la Fondazione Scozzese Triveneta.
Il Centro si proponeva di valorizzare, far conoscere e studiare il patrimonio culturale e intellettuale costituito dalle opere e dalla figura di Manlio Cecovini. Si proponeva inoltre di raccogliere il materiale documentario – in termini di corrispondenza, saggi, pagine critiche, filmati e registrazioni, fotografie, ecc. – relativo all’uomo, allo scrittore, al giurista, al politico, al massone, da aggiungere al patrimonio esistente.
E ciò in quanto Manlio Cecovini, Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese dal 1977 al 1988, ha dato, grazie alle sue grandi capacità ed al suo prestigio, un notevole impulso per lo sviluppo e per il potenziamento del Rito e della Massoneria in generale. Ha organizzato e presieduto nel 1986, per la prima volta in Italia, la Conferenza Europea dei Sovrani Gran Commendatori del Rito Scozzese Antico e Accettato. Era la XXXII Conferenza che ha avuto luogo a Roma dal 26 al 28 maggio del 1986, con la partecipazione di 14 delegazioni compresi i Sovrani Gran Commendatori delle Giurisdizioni Sud e Nord degli Stati Uniti.
Cecovini è stato un magistrato, consulente giuridico del Governo Militare durante l’occupazione alleata di Trieste avvocato dello Stato, sindaco di Trieste dal 1978 al 1983, consigliere regionale del Friuli Venezia Giulia, membro del primo Parlamento Europeo.
Saggista e narratore, è autore di una quarantina di opere tra saggi storici e letterari, scritti politici e opere letterarie.
Poiché in molte di queste opere egli sviluppa una interessante lettura della storia e della filosofia della massoneria oltre a dare una importante testimonianza dei problemi umani e sociali del nostro tempo, in una prospettiva originale che tiene conto dei grandi cambiamenti che segneranno il futuro delle nostre società, abbiamo ritenuto di dover raccogliere il testimone per passarlo ai giovani, sollecitando il loro coinvolgimento e la loro partecipazione.  
Il Centro Studi realizza queste attività attraverso iniziative di vario genere – convegni, tavole rotonde, pubblicazioni, premi di studio, ecc. – volte da un lato ad approfondire la conoscenza dell’ambiente socio culturale e politico in cui è maturata e si è sviluppata la personalità di Manlio Cecovini, traendo spunto  dal suo impegno per sostenere e promuovere i principi e le finalità della Libera Muratoria con particolare riferimento al Rito Scozzese Antico e Accettato, che hanno costituito per Cecovini, Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d’Italia, un punto di riferimento costante lungo tutto l’arco della sua vita.
Dalla sua fondazione ad oggi il centro Studi in collaborazione con la Fondazione Scozzese ha realizzato numerosi eventi, convegni e conferenze, ed ha promosso è assegnato, grazie al contributo del Supremo Consiglio, cinque premi di studio a giovani ricercatori universitari. 

Su indicazione del Sovrano Gran Commendatore Fr. Leo Taroni, nel 2017 il Centro Studi ha modificato il proprio Statuto per consentire all’iniziativa, finora limitata all’ambito del Triveneto, di sviluppare un più ampio respiro a carattere nazionale, fissando la sede operativa a Roma presso il Rito Scozzese e allargando a tutti i Fr. Scozzesi italiani la possibilità di aderire in qualità di soci.
Questa opportunità è stata pertanto proposta a tutti i Fr. Scozzesi, per il tramite gli Ispettori Regionali e i rispettivi Presidenti dei Corpi Rituali delle loro Regioni, raccogliendo numerose adesioni.
La partecipazione non comporta soltanto una semplice iscrizione, ma anche l’impegno a sviluppare i programmi culturali del Centro Studi Cecovini, come ci è stato già proposto da qualche Ispettorato, studiare la possibilità di realizzare premi di studio per i giovani del proprio territorio in sintonia con quanto viene fatto nel Triveneto, sostenere l’apertura di corsi sulla storia e la filosofia della Massoneria nelle Libere Università e in quelle Popolari, offrire un supporto al Centro per quanto riguarda la ricerca dei temi da trattare, segnalando possibili relatori da aggiungere a quanti ci hanno dato la loro disponibilità.
È già previsto di poter consegnare in occasione di una manifestazione a Roma, nella sede nazionale del Rito Scozzese. il premio assegnato a un giovane diplomatico per un suo interessante lavoro di “dottorato” su “Contributo della Massoneria allo sviluppo del Diritto Internazionale nel ventesimo secolo”.
Per quanto riguarda la comunicazione il Centro Studi si avvale dell’ospitalità sui canali del Rito Scozzese.
Si tratta di un’operazione culturale in cui fortemente crediamo, perché si ispira a una visione originale e creativa dei nostri principi basici, senza rinunciare a nulla, da affrontare con quella onestà intellettuale che ha sempre contraddistinto Manlio Cecovini.
Di fronte a certe incomprensioni nei confronti della Libera Muratoria, a sciocchi pregiudizi e malevoli atteggiamenti proprio da coloro che per la rappresentanza che rivestono dovrebbero essere super partes, è sempre più necessaria una nostra presenza attiva nella società, tenendo però ben presenti i suoi insegnamenti.
“La Massoneria – ha scritto Cecovini – non ha fretta. Il tempo ha un valore diverso nelle relazioni fra individui da quanto non abbia in un’istituzione che persegue il fine del miglioramento dell’umanità attraverso il miglioramento dei singoli uomini, e questo mediante la libera ricerca della verità e il rispetto e la tolleranza per le idee e le verità altrui.”
“Il massone tenta di penetrare l’ignoto, di capire, di trascendere l’imminente, di sentirsi parte dell’intelligenza imponderabile che presiede l’universo. Che importanza può avere per lui, se non quella di un fastidio epidermico, l’accanimento degli stupidi?…”
È un’impresa che merita di essere sostenta e noi siamo certi, e non potrebbe essere altrimenti, di poter contare sulla condivisione e sull’appoggio di tutti i Fratelli Scozzesi.

Luigi Milazzi 33° Past SGC

 

Il Maestro Segreto
e l’etica del linguaggio

Venerabilissimo e Potentissimo Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico e Accettato per la Giurisdizione Massonica Italiana, Elettissimi e Potentissimi Sovrani Grandi Ispettori Generali: Membri Attivi, Liberi e del Ruolo d’Onore. Elettissimi, illustrissimi, illustri, illuminati e rispettabili Fratelli Scozzesi oggi convenuti in Camera di Perfezione Zenith di Roma.

Il Maestro Segreto, la cui funzione preminente ha carattere di accesso alla gradualità scozzese, è un punto di osservazione privilegiato dal quale partire sia per la facoltà di vigilanza attribuitagli, sia per la capacità di discernimento che il Maestro Segreto dispone con la sua prerogativa di essere custode della soglia d’ingresso. Si aggiunge, inoltre, come alla base del suo apprendimento, in divenire ci siano due valori fondanti da radicare nella sua formazione scozzese: l’onore e la giustizia, motivi indispensabili per il buon vivere sociale. C’è un terzo valore sul quale egli è chiamato a vigilare, quello della libertà. Nel suo approfondimento, il Maestro Segreto, comprenderà che se i sistemi sociali dovessero crollare, solo la libertà potrà salvare il genere umano. Senza di essa non potrà esserci giustizia, né uguaglianza davanti alla Legge, né alcuna fratellanza o prosperità intesi in senso umanistico del termine.
Com’è noto, al suo ingresso il Maestro Segreto approfondisce diversi temi:
Il significato Deus Meumque Jus, in senso laico Dio è la mia legge, da altro punto di vista la mia legge è Dio, che si collega all’altro postulato, l’invocazione al Grande Architetto dell’Universo, da cui peraltro discende il principio superiore, Dio, ordinatore di tutte le cose; anche l’uomo che ha ricevuto il privilegio di poter regolare i sistemi sociali secondo il diritto naturale e i suoi valori etici. Entrambi gli aspetti chiariscono maggiormente il senso di Ordo ab Chao, dal caos l’ordine, quel diritto-dovere di agire affinché l’ordine naturale non sia mai in pericolo, anzi, che sia stimolo e impegno per la tutela dell’ordine universale in ogni suo aspetto, fisico e metafisico.
Ciò non prescinde che se parliamo di Tradizione, sul piano anagogico intendiamo dire come la stessa sia atemporale e intangibile, giacché qualsiasi altra mutazione per opera dell’uomo e che sia avvenuta nei diversi momenti storici non può che essere considerata tradizionalismo.
Dio, la vita, la morte, l’etica con il suo diritto naturale, sul piano anagogico, anche singolarmente tra loro, sono Tradizione, identici da sempre nelle loro problematiche, senza soluzioni se non sul piano intuitivo del preesistente [nous-nûs],in cui diviene intelligenza complessiva cosmica, di cui due grandi filosofi, Platone e Kant, hanno lasciato traccia.
L’amore come l’odio, la morale, la politica, la giustizia sono valori che risentono dei cicli storici dell’umanità.
Ora, mentre alcuni di essi sono immutabili come punto di partenza, in particolare Dio, la vita, la morte, l’etica, altri sono strettamente collegati alla modificazione culturale dei diversi sistemi sociali. Più specificamente, lo scozzese trae dal suo divenire la capacità di percorrere la Piramide con proficuità reale, non teatrale, quella capacità che gli è propria, di saper interpretare su diversi piani: letterale, metaforico, analogico e anagogico, qualsiasi fenomeno; per metterlo, poi, a disposizione dell’umanità. In altre parole l’individuo al centro dell’universo che, poiché iniziato, resta educatore all’interno dei sistemi sociali con l’unico obiettivo che ha di contribuire al miglioramento dell’umanità. A conforto, solo come spunto di riflessione, proponiamo il pensiero di Platone, quando nel suo Fèdone o Fedòne che dir si voglia, nel suo dialogo riporta il saggio e dubbioso linguaggio di Socrate prima di essere ucciso:
“Su tali questioni a me pare, come forse anche a te, che avere in questa vita un’idea sicura, o sia impossibile o molto difficile; ma d’altra parte non tentare ogni modo per mettere alla prova quello che se ne dice, e cessare prima d’aver esaurito ogni indagine da ogni punto di vista, questo non mi pare degno di uno spirito saldo e sano”.
Il nostro tempo attuale, è ormai caratterizzato da alcuni fenomeni che si sono sviluppati in modo esponenziale: la globalizzazione, la tecnologia. Tali fattori hanno modificato diversi schemi comportamentali ai quali l’uomo era abituato; parimenti, però, osserviamo come i nuovi modelli possano creare involuzioni culturali in grado di minare l’evoluzione e la stessa libertà del singolo e dei sistemi sociali. In sequenza rileviamo come il linguaggio abbia sempre manifestato la sua preponderanza nell’attività umana. Occorre valutare, tuttavia, come oggi, spesso, ci sia una tendenza verso un uso improprio del linguaggio che tende a dividere in modo cruento la gente.
Umberto Eco, che non era massone, da par suo ha sostenuto come l’universo sia una foresta simbolica e come per mezzo di essa, Dio si manifesti attraverso il logos. L’interpretazione anagogica di Eco porta a considerare come il linguaggio etico sia tra le questioni da approfondire e sviluppare in prospettiva. Oggi, esiste un problema di grande rilevanza nel più vasto tema dell’etica, cosa diversa dalla morale, che è l’etica del linguaggio, tema cui l’iniziato dovrà prestare ancor di più attenzione e affinare maggiormente la sua sensibilità all’ascolto.
Non è un mistero come i segnali di una perdita etica sul piano del linguaggio siano divenuti virulenti ai nostri tempi e come tale approccio abbia ingenerato odio, crollo di sistemi che mettono in pericolo la libertà. Non è questa la sede per analizzare le cause che noi tutti ben conosciamo. Ecco, però, che il tema dell’etica del linguaggio esige la proliferazione di apostoli, massoni scozzesi che per primi siano attenti al loro stesso linguaggio, giacché fari all’interno dei sistemi sociali e che, allo stesso modo, siano animati da rinnovata consapevolezza circa le parole, che non sono solo forma o suono, ma generano sentimenti e risentimenti, amore e odio, stabilità e instabilità.
Credo che al massone non dovrebbe riuscire difficile farlo, ma non sarebbe utile riversare l’impegno all’interno di contenitori ovattati, anche se consapevoli come non sia sempre così. La missione del Massone, in generale, dello scozzese in particolare, riteniamo sia quella di trasferire in ogni circostanza della vita, con ogni mezzo a sua disposizione, un linguaggio che sia pregnante di etica. Non ci riferiamo ad azioni di sistema. Alludiamo agli atti dei singoli, che, avendo appreso nei diversi momenti di perfezionamento l’Arte Reale, sarebbero sempre pronti per l’uso di un linguaggio etico verso chiunque. Il linguaggio della Massoneria.
Ormai, questo è abbastanza noto, le parole hanno una velocità di espansione notevole. I sistemi viaggiano con tassi di accelerazione esponenziali sul piano della comunicazione. Ecco, quindi, che questa funzione educativa al linguaggio etico, oserei aggiungere, oggi anche rieducativa, debba essere assunta da chiunque come rinnovato impegno sia all’interno dei nostri sistemi iniziatici, sia all’esterno nel cosiddetto mondo profano. Per far questo, il giusto metodo scozzese che già spazia di suo e aiuta il singolo, racchiude in sé princìpi come le virtù cardinali e quelle teologali, anche molto altro, che se ben assimilati agevolano la corretta connessione tra la mente e la parola, tra il cuore e la ragione.

Grazie.

Franco Arabia 33°

 

FacebookTwitterWhatsAppEmail