Un giorno da non dimenticare

Il 10 dicembre 1948 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, riunita a Parigi, adottò ufficialmente  la “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”: un atto internazionale  enunciava per la prima volta i principi fondamentali che gli Stati aderenti si impegnavano a realizzare in tema di tutela di diritti dell’uomo sia come singolo sia quale partecipe della società nella quale vive ed esplica la sua attività.
L’Italia, non essendo ancora membro dell’Organizzazione, costituita dalle potenze vincitrici della Seconda guerra mondiale, non poté partecipare alla votazione ed aderì successivamente alla Dichiarazione.
Questo avvenimento, fondamentale per il riconoscimento dei diritti della persona, non ebbe quindi grande eco nella stampa italiana dell’epoca e la notizia venne data senza particolare risalto. Nell’edizione del “Corriere della Sera” del giorno successivo, Guido Piovene, inviato del grande quotidiano milanese a Parigi, la riassunse in poche righe: «Dopo 84 giorni di sedute e dieci milioni di parole, i delegati hanno approvato la Convenzione contro il genocidio e la Carta dei diritti dell’uomo. Come quasi sempre accade, i Paesi orientali hanno fatto blocco e si sono astenuti». Non vennero citati i protagonisti di questo dibattito ed i redattori del documento.
Neppure nella ricorrenza del 50° anniversario della “Dichiarazione”, il 10 dicembre 1998, la stampa italiana diede particolare risalto all’evento, mentre “Le Monde” e “l’Economist” lo ricordarono con due interessanti inserti di approfondimento e “l’Osservatore Romano”, nel riportare il messaggio inviato per l’occasione da Giovanni Paolo II all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, pubblicò anche il testo originale della Dichiarazione.
“Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”, perché con essa venivano proclamati i principi fondamentali della libertà politica e civile della persona umana.
Fu una Dichiarazione di Principi, perché si enunciarono norme fondamentali che si dichiarò di adottare e che si intendevano far rispettare.
Fu una Dichiarazione Universale, perché avrebbe dovuto fondarsi sul consenso di tutti i popoli e valere per tutte le donne e per tutti gli uomini.

Luigi Milazzi 33°
Past Sovrano Gran Commendatore

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