Messaggio del SGC Luigi Milazzi Milano 31 ottobre 2014

Insediamento della Loggia di Perfezione “Libero Pensiero” Valle dell’Olona Or. di Milano

L’apertura dei lavori di una nuova Loggia di Perfezione del XIV grado è un momento significativo per ricordare che il più alto dei nostri simboli è l’Aquila Bicipite, con le ali spiegate che tiene, fra gli artigli una spada. Simbolo di «Saggezza che ovunque detta il suo imperio per l’ordine e per il progresso». Una spada aurea con una banderuola bianca con scritto il motto e la divisa del Rito Scozzese: “Ordo ab chao” e “Deus Meumque Jus”
L’aquila, la principale incarnazione della divinità, che rappresenta la discesa di Dio nella dimensione temporale, che scende nel mondo degli opposti, nel campo dell’azione. «…l’uccello che ti è caro fra tutti e che ha la forza suprema…».  Attribuita come simbolo a San Giovanni Evangelista in quanto con la sua visione rappresentata nel Libro dell’Apocalisse avrebbe contemplato la Vera Luce del Verbo, come descritto nel Prologo del suo Vangelo.
La Spada, la cui raffigurazione ritorna spesso nei nostri rituali, è uno dei simboli più ricchi di significato in tutte le tradizioni culturali e rappresenta il potere che esercita la sua forza benefica, se è usato in purezza e nobiltà d’intenti. E’ l’insegna della virtù intesa come forza morale, giustizia e fede. Nel mito è il simbolo della forza vitale, del fulmine divino, del potere regale.

Nel “Novellino e conti del duecento” si narrano le vicende di Ezzelino da Romano che fu un crudele tiranno e «a dire come fue temuto sarebbe gran tela, e molte persone il sanno.  Ma sì rammenterò come essendo elli un giorno con lo ‘mperadore a cavallo con tutta lor gente, s’ingaggiaro chi avesse piue bella spada, l’mperadore trasse dal fodero la sua, ch’era meravigliosamente fornita d’oro e di pietre preziose: Allora disse messere Azzolino: – Molto è bella , ma la mia èe assai più bella. – E trassela fuori senza grande fornimento. Allora seicento cavalieri che v’erano con lui trassero tutti le loro: Quando lo ‘mperadore vidde il nuvolo delle spade, che bene era più bella».
E’ la rappresentazione della fedeltà alla nobile causa del Rito Scozzese e alle solenni promesse fatte di difenderlo, così come dobbiamo essere pronti a difendere l’innocenza e il diritto, ma anche noi stessi lungo la strada di perfezionamento che abbiamo intrapreso, dove la spada ci dà sicurezza nell’affrontare e superare le prove della vita, senza mai cederla.
Secondo gli insegnamenti di un nostro Sovrano Gran Commendatore, Galliano Tavolacci, che tanto impegno profuse nell’opera di restaurazione e miglioramento dei Rituali, è necessario ricordare che «Il Libero Muratore Scozzese è un uomo armato di una terribile spada, con la quale si separa da tutti i propri errori, da tutte le proprie esuberanze; è un uomo che controlla ed esamina tutte le proprie espressioni, che informa di questo spirito le proprie parole, che le anima di una forza vitale e comunicatrice tale da far sentire la gioia di avere un simile a sé simile».
E’ alla nostra tradizione che dobbiamo sempre e risolutamente richiamarci, se non vogliamo dimenticare e fraintendere la vera funzione del Rito Scozzese.
Vi sono un’azione interna e un’esterna da compiere.
Un’azione esterna, che parte dalla specializzazione dei gradi del Rito, per tradursi in ispirazione dei diversi settori dell’attività profana; un’azione interna, tendente all’opera di guida e di elevazione da parte dei Fratelli scozzesi presenti nelle Logge simboliche, ove avviene la liberazione del Massone da ogni scoria profana, cosicché egli, raggiunto il grado di Maestro, possa considerarsi compiuto Libero Muratore e in condizione di porsi il grande problema della conoscenza. Ed è proprio questo il tema fondamentale da affrontare nei gradini successivi del Rito, attraverso l’insegnamento esoterico.
Quest’opera va compiuta a tutti i livelli della Piramide, dal più basso al più alto e finanche all’apice. E non dubitiamo che sempre più possa essere richiesto e offerto, questo travaso di linfa vitale del contenuto esoterico e morale del Rito, prodotto dal lavoro e dal pensiero meditato e cosciente delle Camere rituali.
Per favorire ciò, nel rispetto degli Ordinamenti vigenti e universalmente riconosciuti, ogni nostro sforzo sarà dedicato a che i rapporti fra Rito e Ordine siano tanto stretti e continui e profondi, quanto efficaci e fecondi. Non dobbiamo dimenticare che ci sono e sempre agiscono forze, che pure in forma diversa, ma sempre animate nei nostri confronti da un’avversione profonda, cieca quanto ingiustificata, che continuano a esserci ostili e a combatterci con l’arma della calunnia e della diffamazione, diffondendo le più risibili invenzioni.  Ci si approfitta dei pregiudizi e delle convinzioni che attraversano l’opinione pubblica, fondate su una mancata conoscenza della nostra storia e dei principi e degli scopi che animano le nostre istituzioni. Situazioni che dobbiamo affrontare uniti Ordine e Rito.
Ci sembra vitale per la società, in questo momento di grande crisi morale ed economica, dedicare la massima attenzione ai problemi dell’educazione dei giovani e della necessità oggi, ancor più che in passato, di assicurare loro un avvenire in cui possano degnamente impegnarsi nel lavoro e nelle professioni. La Massoneria ha una lunga importante storia nel campo dell’educazione. Basti pensare all’influenza che le idee di grandi pedagogisti come Ovide Decroly, del Grande Oriente del Belgio, e Maria Montessori, molto vicina al pensiero massonico, ebbero sull’invenzione dello scoutismo e come Rudjard Kipling abbia acconsentito a leggere le bozze, approvandole, del manuale per gli scout scritto da Baden Powell, fondatore del movimento, che utilizzava in chiave educativa le storie dei “Libri della Giungla”. C’è poi l’importante esperienza dei ricreatori laici organizzati nelle maggiori città Italiane tra Ottocento e Novecento, auspice la Massoneria. Soltanto alcuni esempi: i ricreatori comunali di Trieste, annessi alle scuole pubbliche e sviluppati secondo un progetto che prevedeva la loro presenza specialmente nei rioni popolari, a Milano con i ricreatori festivi e a Roma dove tra le numerose iniziative brillavano gli istituti educativi laici del Testaccio fondati o diretti dal Fratello Domenico Orano e dove soltanto il ricreatorio popolare con annesso teatrino raccoglieva centinaia di ragazzi ogni giorno. C’è poi la presenza dei giovani stessi in Massoneria con l’Ordine di De Molay un’associazione internazionale per ragazzi tra i 12 e i 21 anni che si ispira ai nostri principi morali, ai  principi della cavalleria templare, che dobbiamo sostenere.
L’opera dedicata alla gioventù sotto diversi profili è un’opera gloriosa che in passato ha dato grande lustro alla Massoneria e di cui purtroppo oggi poco si sa per colpa delle propagande negative sviluppate nel corso della dittatura fascista, che voleva accaparrare il controllo completo dei giovani, e dagli ambienti clericali preoccupati di una possibile concorrenza. Certamente continua tuttora silenziosa e discreta per iniziativa di numerosi Fratelli e sarebbe bene che meglio emergesse sia a livello interno sia esterno, nella pubblica opinione, così come sarebbe auspicabile che il Rito Scozzese si distinguesse per importanza e originalità d’impegno e d’interventi.
Per il bene dell’umanità e alla Gloria del  G. A. D. U.

S.G.C Luigi Milazzi 33°

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