Messaggio del SGC Leo Taroni per l’Equinozio d’Autunno 2020

Assemblea Nazionale del Sublime Gran Concistoro ed Assemblea Generale del Sovrano Tribunale Nazionale

Dignità. Fra chimera e realtà
E’ stato affermato, dal filosofo francese Paul Ricœur, che la Dignità è “qualcosa che è dovuta all’essere umano per il semplice fatto che egli è umano”.
Nel corso dei secoli, filosofi e religiosi hanno affrontato ed approfondito il concetto di dignità, rivisitato da parte dei primi nel loro momento storico e, dai secondi, correlandolo al proprio credo.
Personalmente, ritengo che il presupposto fondante della Dignità di ciascun uomo debba ritrovarsi nella sua libera scelta di vita, priva questa di qualsiasi costrizione operata da terze persone.
Affinché ciò sia possibile, è assolutamente necessario che l’Uomo abbia piena coscienza del proprio Essere e che, conseguentemente, tale consapevolezza si traduca in un corrispondente agire.
Dunque, Conoscenza e cosciente Libertà.
L’uomo, perché sia tale nella pienezza di valori etici e morali non dettati dalla esteriore profanità, deve pervenire e permanere in uno stato nel quale abbia cognizione che in esso è il Divino.
Non intermediari, non guru, non maestri autodefinitisi tali.
Tale stato coscienziale consente di essere in una oggettiva eticità, così come è oggettiva la Verità, anche quest’ultima unica ed atemporale.
Appare evidente che così intesa, l’essenza della Dignità quale momento di natura universale è, e deve essere, rilevabile nel singolo, in ciascun singolo.
Come tale, la Dignità assume un carattere assoluto che prescinde da appartenenza,  etnia, sesso, cultura e credo, sia esso politico che religioso.

Il mio essere Massone e l’ulteriore percorso iniziatico affrontato nel Rito Scozzese mi hanno consentito una non lieve introspezione sia del concetto di Dignità sia del suo riconoscimento nei miei simili.
Esseri Umani, quindi eguali.
Ricordo ancora, per la precipua valenza che ha assunto nella mia quotidianità e che assume in questo peculiare/specifico contesto, il testo del Giuramento che prestai quando ebbi l’onore ed il piacere di essere Iniziato in Massoneria.
Questa Promessa solenne assunta “con pieno e profondo convincimento dell’animo” recitava e tuttora afferma di “avere sacri la vita, la libertà, l’onore e la dignità di tutti”.
Questo impegno, sacralizzato con un giuramento, è stato fatto proprio nei confronti di tutti, dei miei simili come già rilevato in precedenza.
Tutto il Percorso Massonico è centrato sul rispetto della Dignità: dal rispetto della dignità altrui, in quanto paritetica e reciproca, trae fondamento il riconoscimento della propria Dignità.
L’una non può esistere senza quella dell’altra!
Ed ancora, la Costituzione Massonica statuisce, fra gli altri Principi basici, che, “i Liberi Muratori hanno l’obbligo di deferire le controversie che attengano alla dignità ed al decoro della persona ad un Giurì d’Onore composto da tre Fratelli Maestri. Tavole d’accusa concernenti questioni di dignità e di decoro della persona sono inammissibili”.
Per altro, al fine di rilevare l’importanza che il termine Dignità assume nell’Ordine Massonico e nel Rito Scozzese, non posso non rilevare che i Fratelli che assumono cariche di Loggia, delle Camere Scozzesi ed Istituzionali dell’Ordine e del Rito, sono individuati quali “Dignitari”.
Dignitario in quanto portatore ed apportatore di Dignità.

Per ultimo, desidero rilevare che le Costituzioni ed i Regolamenti del 1762 – fondamenta del Rito Scozzese Antico ed Accettato – nei Principi introduttivi affermano che “… tutte le Società hanno grandemente beneficiato dei costanti lavori dei Sublimi Cavalieri e Principi della Massoneria. Essi stimano che non saranno mai prese troppe cure e precauzioni per difendere la loro dignità, perpetuare i buoni precetti e preservarli dagli abusi che potrebbero introdurvisi”.
Queste mie concise considerazioni sono forse l’espressione di una chimera, di una bellissima aspettativa tuttavia priva di un qualsiasi legame con la realtà e quindi anche di concretezza e di possibilità di realizzazione?
Il perseguimento della propria ed il rispetto dell’altrui Dignità non costituiscono oscuri concetti fondati su basi transitorie ed effimere.
Ritengo che la Dignità sia speculare all’Essere: l’uno non può esistere senza l’altro.
Ne consegue che se l’Essere è incontrovertibile realtà, tale è anche la Dignità di se stessi e di tutti gli esseri umani.

Roma, 21 settembre 2020
Leo Taroni 33° SGC

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