ACCADDE IL 13 FEBBRAIO

Il 13 febbraio 1923 il Gran Consiglio del Fascismo dichiara incompatibile l’iscrizione dei Massoni al Fascismo.

Il Generale Luigi Capello presenta le proprie dimissioni dal partito fascista.

Il giornale “Cremona Nuova”, controllato dal gerarca Roberto Farinacci, invita le autorità ad entrare in possesso degli elenchi dei nomi dei massoni per “fucilarli in massa, come traditori della patria”.
Firenze. Il Direttorio del Fascio pubblica un manifesto in cui si proclama: “Da oggi in poi, né i massoni né la Massoneria devono rimanere anche un solo attimo liberi dalla persecuzione. La distruzione delle Logge è diventata una farsa. Si devono annientare, senza misericordia, i massoni, i loro beni, i loro interessi. Essi devono venir cacciati via dai pubblici impieghi… Nessuno deve restare escluso. I bravi cittadini devono schivare ogni massone. Sotto il peso della nostra forza, essi devono venir isolati, come lebbrosi; noi dichiariamo guerra a questa associazione di codardi e vogliamo fare il nostro dovere, liberare finalmente l’Italia da questi acerrimi nemici”.

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